L'arte di viaggiare by Alain de Botton

L'arte di viaggiare by Alain de Botton

autore:Alain de Botton [Botton, Alain de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2015-02-25T23:00:00+00:00


PAESAGGIO

V

SULLA CITTÀ E LA CAMPAGNA

Luogo

Il Lake District

Guida

William

Wordsworth

1

Partimmo da Londra con un treno del pomeriggio. M. e io avevamo stabilito di incontrarci sotto il tabellone delle partenze alla stazione di Euston, ma ora, guardando la folla rigurgitata nell’atrio dalle scale mobili, pensavo che solo un miracolo mi avrebbe permesso di individuarla in mezzo a tanta gente – e ciò a dimostrazione della particolare specificità del mio desiderio di trovare proprio lei.

Risalimmo la spina dorsale dell’Inghilterra. Al calar della sera iniziammo a scorgere i primi consistenti accenni di campagna, ma a poco a poco nei lunghi specchi neri dei finestrini rimasero visibili solo i riflessi dei nostri volti. Da qualche parte sopra Stoke-on-Trent decisi di fare una puntata al vagone ristorante e, mentre come un ubriaco attraversavo una fila di carrozze traballanti, tornai a percepire la particolare eccitazione provocatami dalla prospettiva di consumare un piatto preparato a bordo di un treno in movimento. Nel momento in cui transitavamo davanti alla sbarra di un passaggio a livello, oltre la quale intuii le ombre di una mandria di vacche, il timer del microonde emise un forte schiocco metallico, come il detonatore di una bomba in un vecchio film di guerra, quindi un grazioso trillo che segnalava l’avvenuto riscaldamento del mio hot dog.

Poco prima delle nove arrivammo alla stazione di Oxenholme, indicata anche come «The Lake District», e insieme a pochi altri scendemmo e percorremmo il marciapiede lungo il binario, i fiati visibili nel freddo della sera. Sul treno molti leggevano o sonnecchiavano. Per loro il Lake District non era che una fermata qualsiasi, un punto in cui staccare un attimo gli occhi dal libro e guardare i vasi di cemento piazzati simmetricamente sul marciapiede, sbirciare l’orologio della stazione e concedersi magari un bello sbadiglio – prima che il treno per Glasgow riprendesse la sua corsa nell’oscurità e l’attenzione tornasse a concentrarsi su un nuovo paragrafo.

La stazione era deserta, ma visti i numerosi cartelli in giapponese non doveva essere sempre così. Da Londra avevamo telefonato per noleggiare una macchina, che ci attendeva infatti sotto un lampione in fondo a un’area di parcheggio. L’agenzia di noleggio aveva esaurito le utilitarie, ragion per cui al posto del modello richiesto ci aveva consegnato una grossa berlina familiare che puzzava ancora di nuovo e sfoggiava immacolati tappetini grigi pettinati dalla bocchetta di un aspirapolvere.



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